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Premio Karl-Otto Apel per la Filosofia - edizione 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Discorso introduttivo del prof. Michele Borrelli

È innanzitutto doveroso ringraziare la Sa.Te.Ca (Società Alberghi e Terme di Calabria) che, gentilmente e generosamente, anche quest’anno, come negli anni precedenti, ospita questa iniziativa del Centro Filosofico Internazionale Karl-Otto Apel di cui mi onoro di essere il presidente. Sono grato alla Provincia di Cosenza e al suo assessore alla cultura Maria Francesca Corigliano che, assieme all’amministrazione del comune di Acquappesa, sostengono l’iniziativa e rendono possibile l’evento.

Un ringraziamento particolare va agli ospiti d’onore: Arcangelo Badolati, Gianni Speranza e Orlandino Greco, distintisi, attraverso la propria opera e attività, a vari livelli. Il loro contributo è fortemente rilevante per il nostro territorio, ragione per cui il “Centro filosofico internazionale Karl-Otto Apel” ha voluto riservare loro attestati di merito all’interno di questa settima edizione del premio internazionale di filosofia. Grazie per aver accolto l’invito.

Un ringraziamento va, ovviamente, ai colleghi presenti in sala, a quanti mi hanno dato una mano nell’organizzazione di questo appuntamento culturale giunto, come detto prima, alla sua settima edizione. Voglio, infine, rivolgere speciali parole di incoraggiamento ai giovani e giovanissimi che hanno rinunciato alla visione della partita di calcio Juventus-Inter per essere qui con noi a festeggiare qualcosa di diverso, una partita più importante, a festeggiare la filosofia o, meglio, il pensiero; ma non un pensiero qualsiasi, piuttosto un pensiero vero, esistenziale: il pensiero etico. Un pensiero senza il quale non c’è presente e tanto meno futuro, soprattutto per i giovani e, appunto, per i giovanissimi. Cari giovani, qui ci giochiamo la partita non della nazionale o della nostra squadra, ma della vita.

Nell’era della globalizzazione che non è solo e semplicemente era del progresso che si rispecchia, per esempio, nella possibile globalizzazione della comunicazione e della cultura, ma anche e soprattutto era della possibile devastazione e distruzione di ogni forma di vita sulla terra – tale è il potenziale tecnico-scientifico a disposizione dell’uomo –, in un’era del genere, l’etica non è istanza percorribile o meno e a piacimento, ma istanza ineludibile e categoriale di salvaguardia dell’umanità e in generale della vita sulla terra. Senza etica non c’è futuro pensabile umanamente, non c’è umanità che possa democratizzarsi ed essere sempre più se stessa, non c’è vita che possa definirsi dignitosa, compiuta, realizzata. Il mondo senza etica non ha senso. E come faremmo a parlare di umanità e di storia dell’umanità senza un orizzonte morale e etico? E potremmo parlare di vita compiuta, di bene comune, di morale pubblica, di etica delle istituzioni e di uguaglianza tra i popoli o di giustizia e di libertà senza un orizzonte di senso? Ed è pensabile un orizzonte di senso, socialmente e mondialmente rilevante, che non sia un orizzonte orientato a valori morali, etici, di convivenza civile e convivenza planetaria?

Ponendo queste domande ne sorgono altre: ma di quale etica parliamo? Quale etica per quale futuro? Abbiamo ancora un linguaggio comune, condiviso, condivisibile capace di conferire all’etica un fondamento? E quali i possibili criteri per una simile fondazione? E, poi, come applicare l’etica? Come attuarla nei contesti della quotidianità? Affronteremo queste domande nella lectio magistralis che la vincitrice del premio Karl-Otto Apel 2013, Adela Cortina, si avvia ad esporre. Tante sollecitazioni saranno espresse. Io tradurrò dal tedesco e non dallo spagnolo, qualcuno si chiederà perché. Ebbene, sia Adela Cortina che io ci siamo formati sostanzialmente in Germania e proprio nel marzo dell’anno passato abbiamo festeggiato a casa di Apel, con Habermas, Kuhlman, Boehler e tanti altri amici filosofi del mondo contemporaneo i novant’anni del padre dell’etica del discorso. Parlavamo tutti in lingua tedesca.

Veniamo al dunque: chi meglio della nostra designata vincitrice del premio Karl-Otto Apel, edizione duemilatredici, poteva e può affrontare il nostro tema? Chi meglio di Adela Cortina può dare risposte alle domande prima menzionate? Adela Cortina, filosofa che ha dedicato tutta la sua ricerca alla fondazione e all’applicazione dell’etica fino a farne un tema esistenziale.

Detto questo, altre due parole ancora: sono veramente onorato di trovarmi, unico uomo, su un podio, con donne, a parlare di etica. D’altronde, forse non è poi un caso e, a pensarci bene, l’etica è un termine, appunto, al femminile, chissà che non sia soprattutto la femminilità l’ultima ancora di salvezza nella deriva nichilistica verso cui muove la paideia in Occidente? Eppure proprio nei nostri luoghi ebbe origine la paideia occidentale; nei nostri luoghi si edificò la grecità, gli dei della grecità abitavano i nostri luoghi, i nostri monti, le nostre valli, i nostri mari. Ma gli dei si son ritirati ed è forse per questo che noi siamo qui a parlare di etica, nella speranza che, se non gli umani, siano almeno gli dei ad ascoltarci.

Assieme a tre illustri personalità del nostro territorio calabrese (Arcangelo Badolati, Gianni Speranza e Orlandino Greco che saluto affettuosamente), stasera celebriamo una figura di straordinario rilievo nel panorama filosofico internazionale: Adela Cortina, ordinario di Etica e Filosofia Politica nell’Università di Valencia, direttore della Fondazione Etnor per l’etica delle imprese e delle organizzazioni (in Spagna questo approccio è particolarmente sviluppato), insignita di diversi e prestigiosi premi, è stata la prima donna ad essere nominata membro dell’Accademia delle Scienze morali e politiche; le sono state conferite otto lauree honoris causa in diverse università del mondo.

Tra la sua produzione scientifica veramente imponente ricordo:

·         Etica minima. Introduzione alla filosofia pratica (1986)

·         Alleanza e contratto. Politica, etica e religione (2001)

·         Etica della ragione cordiale (2007)

·         Le radici etiche della democrazia (2010)

Adela: benvenuta fra di noi, grazie per aver accolto l’invito e grazie per la tua originalissima declinazione dialettica di un’etica razionale e allo stesso tempo del cuore. Etica comunque legata, nonostante le dovute differenze, all’etica del discorso di Karl-Otto Apel, nostro stimatissimo amico a cui rinnoviamo e inviamo, tu, io e noi tutti, da questo splendido angolo del Sud delle Terme Luigiane (angolo a lui anche molto caro), gli auguri migliori o – come diresti tu – auguri di cuore.