È innanzitutto doveroso ringraziare la
Sa.Te.Ca (Società Alberghi e Terme di Calabria) che, gentilmente e
generosamente, anche quest’anno, come negli anni precedenti, ospita
questa iniziativa del Centro Filosofico Internazionale Karl-Otto
Apel di cui mi onoro di essere il presidente. Sono grato alla
Provincia di Cosenza e al suo assessore alla cultura Maria Francesca Corigliano che, assieme all’amministrazione del comune di Acquappesa,
sostengono l’iniziativa e rendono possibile l’evento.
Un ringraziamento particolare va agli
ospiti d’onore: Arcangelo Badolati, Gianni Speranza e Orlandino
Greco, distintisi, attraverso la propria opera e attività, a vari
livelli. Il loro contributo è fortemente rilevante per il nostro
territorio, ragione per cui il “Centro filosofico internazionale
Karl-Otto Apel” ha voluto riservare loro attestati di merito
all’interno di questa settima edizione del premio internazionale di
filosofia. Grazie per aver accolto l’invito.
Un ringraziamento va, ovviamente, ai
colleghi presenti in sala, a quanti mi hanno dato una mano
nell’organizzazione di questo appuntamento culturale giunto, come
detto prima, alla sua settima edizione. Voglio, infine, rivolgere
speciali parole di incoraggiamento ai giovani e giovanissimi che
hanno rinunciato alla visione della partita di calcio Juventus-Inter
per essere qui con noi a festeggiare qualcosa di diverso, una
partita più importante, a festeggiare la filosofia o, meglio, il
pensiero; ma non un pensiero qualsiasi, piuttosto un pensiero vero,
esistenziale: il pensiero etico. Un pensiero senza il quale non c’è
presente e tanto meno futuro, soprattutto per i giovani e, appunto,
per i giovanissimi. Cari giovani, qui ci giochiamo la partita non
della nazionale o della nostra squadra, ma della vita.
Nell’era della globalizzazione che
non è solo e semplicemente era del progresso che si
rispecchia, per esempio, nella possibile globalizzazione della
comunicazione e della cultura, ma anche e soprattutto era
della possibile devastazione e distruzione di ogni forma di vita
sulla terra – tale è il potenziale tecnico-scientifico a
disposizione dell’uomo –, in un’era del genere, l’etica non è
istanza percorribile o meno e a piacimento, ma istanza ineludibile e
categoriale di salvaguardia dell’umanità e in generale della vita
sulla terra. Senza etica non c’è futuro pensabile umanamente, non
c’è umanità che possa democratizzarsi ed essere sempre più se
stessa, non c’è vita che possa definirsi dignitosa, compiuta,
realizzata. Il mondo senza etica non ha senso. E come faremmo a
parlare di umanità e di storia dell’umanità senza un orizzonte
morale e etico? E potremmo parlare di vita compiuta, di bene
comune, di morale pubblica, di etica delle istituzioni e di
uguaglianza tra i popoli o di giustizia e di libertà senza un
orizzonte di senso? Ed è pensabile un orizzonte di senso,
socialmente e mondialmente rilevante, che non sia un orizzonte
orientato a valori morali, etici, di convivenza civile e convivenza
planetaria?
Ponendo queste domande
ne sorgono altre: ma di quale etica parliamo? Quale etica
per quale futuro? Abbiamo ancora un linguaggio comune, condiviso,
condivisibile capace di conferire all’etica un fondamento? E quali i
possibili criteri per una simile fondazione? E, poi, come applicare
l’etica? Come attuarla nei contesti della quotidianità? Affronteremo
queste domande nella lectio magistralis che la vincitrice del
premio Karl-Otto Apel 2013, Adela Cortina, si avvia ad esporre.
Tante sollecitazioni saranno espresse. Io tradurrò dal tedesco e non
dallo spagnolo, qualcuno si chiederà perché. Ebbene, sia Adela
Cortina che io ci siamo formati sostanzialmente in Germania e
proprio nel marzo dell’anno passato abbiamo festeggiato a casa di Apel, con Habermas, Kuhlman, Boehler e tanti altri amici filosofi
del mondo contemporaneo i novant’anni del padre dell’etica del
discorso. Parlavamo tutti in lingua tedesca.
Veniamo al dunque: chi meglio della nostra
designata vincitrice del premio Karl-Otto Apel, edizione
duemilatredici, poteva e può affrontare il nostro tema? Chi meglio
di Adela Cortina può dare risposte alle domande prima menzionate?
Adela Cortina, filosofa che ha dedicato tutta la sua ricerca alla
fondazione e all’applicazione dell’etica fino a farne un tema
esistenziale.
Detto questo, altre due parole ancora:
sono veramente onorato di trovarmi, unico uomo, su un podio, con
donne, a parlare di etica. D’altronde, forse non è poi un caso e, a
pensarci bene, l’etica è un termine, appunto, al femminile, chissà che
non sia soprattutto la femminilità l’ultima ancora di salvezza nella
deriva nichilistica verso cui muove la paideia in Occidente? Eppure
proprio nei nostri luoghi ebbe origine la paideia occidentale; nei
nostri luoghi si edificò la grecità, gli dei della grecità abitavano
i nostri luoghi, i nostri monti, le nostre valli, i nostri mari. Ma
gli dei si son ritirati ed è forse per questo che noi siamo qui a
parlare di etica, nella speranza che, se non gli umani, siano almeno
gli dei ad ascoltarci.
Assieme a tre illustri personalità del
nostro territorio calabrese (Arcangelo Badolati, Gianni Speranza e
Orlandino Greco che saluto affettuosamente), stasera celebriamo una
figura di straordinario rilievo nel panorama filosofico
internazionale: Adela Cortina, ordinario di Etica e Filosofia
Politica nell’Università di Valencia, direttore della Fondazione
Etnor per l’etica delle imprese e delle organizzazioni (in Spagna
questo approccio è particolarmente sviluppato), insignita di diversi
e prestigiosi premi, è stata la prima donna ad essere nominata
membro dell’Accademia delle Scienze morali e politiche; le sono
state conferite otto lauree honoris causa in diverse università del
mondo.
Tra la sua produzione scientifica
veramente imponente ricordo:
·
Etica minima. Introduzione
alla filosofia pratica (1986)
·
Alleanza e contratto.
Politica, etica e religione (2001)
·
Etica della ragione cordiale
(2007)
·
Le radici etiche della
democrazia (2010)
Adela: benvenuta fra di noi, grazie per
aver accolto l’invito e grazie per la tua originalissima
declinazione dialettica di un’etica razionale e allo stesso
tempo del cuore. Etica comunque legata, nonostante le dovute
differenze, all’etica del discorso di Karl-Otto Apel, nostro
stimatissimo amico a cui rinnoviamo e inviamo, tu, io e noi tutti,
da questo splendido angolo del Sud delle Terme Luigiane (angolo a
lui anche molto caro), gli auguri migliori o – come diresti tu –
auguri di cuore. |