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Michele Borrelli
IL PENSIERO PEDAGOGICO
Intervista di Francesca Caputo Pellegrini Editore, 2014 ISBN 978-88-6822-170-6
Questo libro,
strutturato sotto forma di intervista curata da Francesca Caputo,
riflette fin dal titolo un preciso ruolo che secondo l’Autore può
ricoprire il pensiero pedagogico, in quanto capace di mettersi in gioco
nella sua essenza in quella tensione tra utopicità e empiricità che fa
da fondamento ai concetti di uomo e società. Un pensiero pedagogico, che
vive conformemente a un Io solo fattuale e a una contingenza che ha
accantonato ogni resto di utopia, non è una teoria critica né una
critica della teoria, ma espressione di riflessività negata, di
potenzialità disperse. Le generazioni odierne e future hanno decisamente
bisogno di un lavoro di spiegazione del reale e di appropriazione di
saperi; la società complessa lo esige e lo presuppone, anche se ciò non
è sufficiente per il ruolo sociale di soggetti attivi e responsabili.
Bisogna che queste generazioni sappiano interpretare, possibilmente bene, il mondo sociale e il
mondo di natura e pensare, ovviamente, anche in termini di trasformazione di una realtà umanamente possibile e sostenibile. Si tratta
di comprendere la fattività sociale per diventarne gestori consapevoli e
responsabili. In rinvio alla complessità antropologica dell’uomo, che lo
costituisce nella sua humanitas, la pedagogia è ricerca ermeneutica di senso. Nella parte conclusiva, l’Autore lancia una sfida
al moderno nichilismo, evidenziando che la paideia non è formare, piuttosto liberare o rimettere ognuno a se stesso, alla propria autonomia e
autodeterminazione. Autonomia e responsabilità, queste le categorie di
fondo per un futuro che dipenderà dalle nostre scelte. Una semantica pedagogica che voglia corrispondere a questo assunto deve
portarsi oltre la sua dimensione strettamente cognitiva o razionale e riappropriarsi necessariamente tanto della sua dimensione normativa o etica quanto della sua
dimensione estetica o dei sentimenti, dimensioni date con la
complessità antropologica dell’uomo e, perciò, innegabili.
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