|
Nella sua relazione alle Giornate seminariali “Etica
Formazione Interculturalità”, organizzate dal Prof. Michele
Borrelli presso il Dipartimento di Studi Umanistici
dell’Università della Calabria il 25 e 26 maggio 2017, il
Prof. Dietrich Benner (pedagogista di fama mondiale, più volte
Dr. h.c.) ha presentato gli elementi centrali dell’approccio
berlinese per la costruzione e la rilevazione del livello di
competenza etico-morale nel sistema di istruzione e formazione
della scuola pubblica. Approccio sviluppato all’Università
Humboldt di Berlino ove è professore emerito, con un Team i cui
membri, assieme a lui, sono autori di un testo “Competenza
etico-morale come segmento curricolare dell’educazione pubblica”
(pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Schöningh a Paderborn).
Un modello ampio di ricerca che offre anche uno strumento
sperimentale e di verifica per analizzare, comparativamente, i
percorsi di insegnamento dell’Etica nelle scuole pubbliche e di
misurare le conoscenze di base etico-morali promosse attraverso
tale insegnamento.
Sappiamo che, a livello di indicazioni ministeriali,
nel contesto scolastico italiano non è previsto allo stato
attuale l’insegnamento dell’etica come materia specifica,
nonostante la de-moralizzazione e il vuoto ontologico-valoriale
a cui assistiamo oggi in tutti i campi del vivere umano
suggeriscano una forte
domanda di educazione etica. Sarebbe, pertanto,
auspicabile che il modello berlinese sviluppato da Benner e dal
suo team trovasse nel curricolo generale delle nostre scuole
pubbliche la giusta accoglienza e che l’etica diventi a breve,
come è normale in tanti altri paesi, materia specifica di
insegnamento.
Nella sua relazione Benner ha precisato: “L’etica, come
materia d’insegnamento, è provvisoriamente l’ultimo nuovo arrivo
nel curricolo scolastico delle scuole moderne. In Europa e in
Asia, questo insegnamento fu istituito, come nuova materia di
studio, allorché divenne chiaro che la formazione di base
etico-morale e la capacità di poter partecipare a discorsi
pubblici su temi etici e morali non potevano essere più
garantite solo attraverso la socializzazione familiare e
l’educazione religiosa. Nel contesto dei movimenti migratori,
del fenomeno dei richiedenti asilo e della rottura di
tradizioni, con le nuove sfide interculturali che deve
affrontare la società globale, le strutture familiari e i
fondamentalismi religiosi sono diventati ostacoli a una
formazione di base etico-morale critica e riflessiva. La
conseguenza di questo processo è stata l’introduzione in molti
Stati dell’Europa – ma anche in Cina e in Giappone – di un nuovo
insegnamento: l’Etica. Insegnamento mediante il quale allieve e
allievi delle scuole elementari, medie e superiori non solo
vengono socializzati, ma anche educati”.
“Spetta a una educazione etico-morale – ha continuato
il Prof. Benner ‒ , ampliata e approfondita attraverso
l’educazione nelle scuole, porre le fondamenta per
l’acquisizione di conoscenze di base etico-morali; competenze
che riguardano il giudizio etico-morale e competenze
etico-morali che riguardano l’agire progettuale. Competenze e
conoscenze che non possono essere acquisite direttamente nella
convivenza sociale”.
Tali dimensioni sono i momenti fondanti della
personalità morale razionale, libera e autonoma, e, di
conseguenza, fanno parte dei contenuti relativi a procedimenti
di educazione etica, costituiscono l’asse centrale di
un’educazione ai valori e ai giudizi morali, coniugandosi con
l’esercizio sia della cittadinanza attiva che della cittadinanza
europea.
|
|