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A Mirko ed Elias
Rosita e Martina
Che le Muse ci siano vicine e
ci aiutino in questo arduo se non impossibile compito.
Questo
poemetto filosofico si serve di una architettonica letteraria,
ma sconfina negli ambiti dell’estetica, della poetica (come
ricerca di un nuovo linguaggio) e della filosofia, in generale.
Il poemetto, d’ispirazione esistenzialistica (Martin Heidegger
e, soprattutto, Karl Jaspers), narra l’esperienza vissuta
realmente da una esistenza (quella dello scrivente) giunta al
suo crepuscolo. È l’esperienza vissuta sulla soglia tra la vita
e la morte, l’umano e l’eterno.
Si tratta di
far parlare le cose, avere la possibilità di
ascoltare le
cose, ascoltare le
voci delle
cose. Che siano le cose a dirsi e non noi a dirle, che sia
concesso all’universo di rivelarsi e a noi la possibilità di
ascoltarlo e di comprenderlo fin dove ciò è, a noi, umanamente
possibile. Oltre al
linguaggio che c’è,
sembra che l’esistere umano invochi e reclami il
linguaggio che non c’è:
un linguaggio capace di accogliere le tante forme singolari di
trascendenza esistenziale, per dire quel che non si riesce a
dire, per esprimere quello che non si riesce ad esprimere. Nella
ricerca di un linguaggio che possa
corrispondere
alle cose e al loro senso, l’esistere umano si è affidato e si
affida spesso e ancora al
linguaggio poetico. La parola
poetante sembra,
effettivamente, avere la capacità, più di ogni altra parola, di
tra-scendere la tautologia che avvolge e copre l’immanenza delle
cose e la stessa esistenza umana e di poter portare allo
scoperto l’in-espresso e l’in-esprimibile di quest’ultima, vale
a dire: la sua
trascendenza
(che non è solo una questione di religione o fede e di dialogo
‘personale’ alla ricerca di Dio, da Agostino a Pascal e
Kierkegaard) e le tante forme che la compongono e la frantumano
in una rugiada di speranze, sogni, illuminazioni, ma anche di
angosce, paure e disperazioni.
Michele
Borrelli (1947-2021) è stato un filosofo e pedagogista italiano.
Ha compiuto i suoi studi universitari in Germania, dove ha
insegnato Didattica delle Scienze Sociali, Pedagogia
Storico-Sistematica e Pedagogia Interculturale, prima di
trasferirsi in Italia, dove, a partire dal 1992, diviene
titolare della cattedra di Pedagogia Generale nell’Università
della Calabria prima come professore associato e poi come
professore ordinario fino al suo pensionamento nel 2017. Con
Asterios ha pubblicato
Nuovo umanesimo o nichilismo – Grandezza e miseria
dell’Occidente, 2017.
Di lui, nel sito di Asterios
http://www.asterios.it/autori/michele-borrelli, si può
leggere un’ampia bio-bibliografia.
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